1. |
Intro
00:31
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2. |
In cauda venenum
02:15
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Muovendosi
in questo abisso scisso
come uno scorpione
sinuoso
una donna dalla coda letale
venerabile come un maestro
deprecabile come un manifesto
ed io resto con fare indigesto
il tempo stringe e devo fare presto
e le lacrime coprono
emozioni che in me esplodono
non posso varcare la tua soglia
voglio annullare la tua voglia
non devo perdere la dignità
non puoi disintegrare la mia libertà
adesso guardami nell'occhio che possiedo
grande quanto è grande il mio credo
non devo pedere la dignità
non puoi disintegrare la mia libertà
ora per non perdermi in questo abisso
devo guardare con l'occhio fisso
indecido tra chi ha reciso
e chi ha deciso
l'apparato digerente
genera una mente
che ti vuole preparare ad un mondo penitente
dentro di se una sola possibilità
che ti invade con la sua acidità
il disegno della sorte
apre porte ne chiude altre
per poi ricostruirle
tra distruzione e morte
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3. |
Scelte obbligate
02:21
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Pensando di sapere tutto
cosa è giusto o sbagliato
l'illusione di poter decidere
un percorso già programmato
siamo dominati dalle false scelte che prendiamo
crediamo di cambiare il destino che ci è stato assegniato
diamo ancora corda ad assurde informazioni che percepiamo
cerchiamo una risposta ma anche se esiste non la troviamo
qualunque decisione della nosta vita
ogni nostra azione conseguenza infinita
era gia prevista quella reazione
tutto ciò che pensi in costante mutazione
nuove informazioni scaldano le menti
speriamo di cambiare risultati già presenti
quando capirete sarete più coscenti
che questo destino impone il cammino
nuove informazioni scaldano le menti
speriamo di cambiare risultati già presenti
inerme mi sento condotto dal vento
il vuoto mi ha preso si è stampato dentro
è gelido e freddo non riesco a fermarlo
mi fisso e vedo un automa davvero
le scelte che prendo si fissano nel tempo
inutile pensare potessi far altro
adesso ripenso al tempo trascorso
rinchiuso in un film proiettato e già visto
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4. |
Mono
01:31
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Stormi di parole
che mi sputi addosso
cerco me
ma non trovo riposo
scorgo visioni innaturali
forme antropomorfe non normali
l'unica via
che posso atraversare
è quella trasversale
ma fa male
mi manca la presa
scivolo
in un abisso senza fondo
nascosto dentro un pugno
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5. |
Stagione
02:51
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Chimica mi tiene su
e un corvo osserva
ritmicamente, ossessivamente,
le pulsazioni al minuto
un battito per lacerazione
occhio per occhio
cuore per cuore.
lo scorrere delle lancette
provoca distorsioni spazio-temporali
improbabilmente recuperabili
illogicamente intelligibili.
un supplizio di energia
un sabba nero
un nuovo impero.
non scorrono le ore
in una nuova stagione di dolore
uno struggersi impetuoso
un muoversi a ritroso.
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6. |
Oltre il limite
02:09
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Solitudine spessa come coltre
diversa dalla diversa sorte
toccata alla stessa
intisa d'odio contesa
dispotismo isterico,
senza freno mi muovo collerico,
oltre il limiti di ogni comprensione
oltre il limiti dell'emozione
solitudine spessa come coltre
diversa dalla diversa sorte
perso in mezzo a due confini, colmi affini
cerco di lottare tra essere e apparire
solitudine corrotta da un continuo lamento
sono solo, sono vento
lamette sporche, l'euforia, la gioia, l'allegria
Esauriscono quello che resta di noi
niente più vizi, niente eroi.
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7. |
Come schegge
02:20
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Atomi impazziti
sparati a caso
a velocità deflagrante
esplodono nella matrice
del sistema
indivisibili
e ingovernabili
dal mainframe in sequenza non perfetta
un crash di opinioni non opinabili
un vuoto di opzioni irrealizabili
sul legno odi abbattersi
asce scuri lame accette
schizzano a velocità
vorticose folli imprecisabili
sul legno odi abbattersi
asce scuri lame accette
schizzano a velocità
vorticose folli impercettibili
siamo come schegge
un bosco ci aspetta
dove statue non scalfite dal tempo
indicano la via.
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8. |
Evad
00:49
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9. |
Controllo
02:03
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Duemilaquindici
sguardi che si incrociano
sfide mentali
odio reciproco
amplessi irreali
quest'odio che sento dentro
comprendo che sta implodendo
macabra violenza
spinta dall'ignoranza
non pensare non agire
attrarsi non soffrire
quello che cerco
è un'ultima speranza
vivo o morto dentro
non voglio restarne privo
senza modificazioni
corpi galleggiano nell'acido
costretti in un mare arido
intenzioni nella testa
mi chiedono libera la bestia
quello che mi resta
innescare una protesta
prostrato al dio lodato
sul mio corpo ci fa festa
macabra violenza
spinta dall'ignoranza
non pensare non agire
attrarsi non soffrire
quello che cerco è
un'ultima speranza
vivo o morto dentro
non voglio restarne senza
quello che mi resta
innescare una protesta
un banchetto succulento
questa è la mia fine, non mento.
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10. |
Viscera
01:46
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Implodere come essre
per rifugiarsi
nel dono eterno della verità
esplodere violentemente
nel mare delle quasi opportunità
cellule che nascono e all'istante
dentro questo caldo ventre
ma nell'abisso esisto
nell'abisso resisto
ed in questo consisto
ma nell'abisso esisto
nell'abisso resisto
nell'abisso insisto
ed in questo consisto
ulcerazioni in tessuti carnosi
sinestesie labili
di questa malata viscera
profondamente legato in essa
cerca la conclusione
ma trova soltanto dissoluzione
ulcerazioni in tessuti carnosi
sinestesie labili
durano ore notturne
fragilità nell'esprimersi.
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11. |
Stillicidio
03:32
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Rinchiuso e represso in questa società
continuando a chiedermi se esiste un aldilà
persistono ad aumentare vorticosamente
mari di catene conferite ostinatamente
in questo mondo che ci sta portando
ad un pensiero troppo corrotto
la falsa gioia che senti dentro
semina panico corrode tutto
corrode tutto
incastrati dai medesimi sporchi vizi
ricolmi di catene e di cemento ovunque
il nostro sguardo non riesce ad andare oltre
come gocce d'acqua che cadono su un diamante da sempre
correndo avanti senza fermarsi
verso un inferno fatto di lusso
il mostro avanza senza speranza
si crede forte giudica tutto
giustifica tutto corrode tutto
corrode tutto
corro e percorro strade parallele
un epidemia di strazio un coito tra le spine
dolce nemico mio strage di costrizioni morali
ti ucciderei con uno sguardo
un ecatombe di amplessi mortali
un eccesso di lussuria la nostra natura essere animali
sulla mia fronte un nuovo occhio per vedere quanto siete leali
voglio rimanere il mio spirito sopravvivrà
dolce nemico mio strade parallele
un epidemia di strazio un coito tra le spine
dolce nemico un ecatombe di amplessi mortali
una strage di costrizioni morali
ucciderti con uno sguardo
sulla mia fronte un nuovo occhio
corro e percorro strade parallele
voglio rimanere il mio spirito sopravvivrà
un epidemia di strazio un coito tra le spine
Con un nuovo occhio vedremo la verità
vorrei ucciderti con uno sguardo
ucciderti con uno sguardo
ucciderti con uno sguardo
è la consapevolezza del mio nuovo mondo.
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12. |
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È stato troppo buono
per questo seppellito
buttato in una fogna
dopo che è stato ferito
si è fatto avanti
ma gli altri infami
prendendolo in giro,
quei quattro cani
purtroppo distrutto sue stesse le paure
ormai già sconfitto prendendo le misure
di falsità accusato, purtroppo non è vero
ma questo è capitato e tu sei già finito
nella fogna tu stai bene, se non altro al cimitero
una lapide di marmo da spaccare,
tu ferito dalle accuse degli altri
con un sol coltello, con un sol coltello
ci vuol vendetta!
ancora la storia continua
il sangue doveva uscire prima
e anch'esso senza cuore
dopo tutto questo
distrutto purtroppo dal suo disprezzo
nessuno ha torto e neanche ragione
tanto odio e niente amore.
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